“Quando penso all’artista, nel mio caso il musicista, che con il suo strumento si accinge a compiere un atto performativo in solitudine, l’immagine che mi viene alla mente è quella di un funambolo che cammina sul filo teso.”

Il musicista che lavora sulla solo performance e sull’improvvisazione è alla costante ricerca di equilibri tra contrastanti forze esterne ed interiori: la gestione dello spazio e del tempo, il rapporto col pubblico, la spontaneità e la razionalità.
L’autore percorre da anni e fruttuosamente questi sentieri musicali e ci guida in un viaggio entusiasmante; il testo è corroborato da una sezione analitica, meticolose trascrizioni e da numerosi suggerimenti d’ascolto.